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Fiera CIBUS 2018: il cibo italiano si presenta al mondo

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Fiera cibus 2018
 
Apre tra due mesi la 19° edizione di Cibus: in esposizione l’intera gamma dei prodotti alimentari industriali, tipici e ad indicazione geografica – più di mille i prodotti che si presentano per la prima volta sui mercati – Un nuovo padiglione ospiterà una selezione dei prodotti più innovativi.

 

(Parma, 26 febbraio 2018) – Cibus 2018, la fiera delle novità. Saranno più di mille i prodotti nuovi proposti da circa tremila aziende espositrici agli ottantamila operatori attesi. E i prodotti più innovativi saranno presentati in un’area dedicata, allestita all’interno di un nuovo padiglione. Gli operatori potranno degustare le novità anche grazie al moltiplicarsi di show cooking, con i migliori chef impegnati tra gli stand, ma anche nello spazio destinato ai prodotti tipici del territorio italiano.
 

La 19° edizione di Cibus (da lunedì 7 a giovedì 10 maggio 2018, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare) inaugura un nuovo padiglione (il n° 4,1) che ospiterà “Cibus Innovation Corner”, una selezione dei prodotti più innovativi oltre a talk e dibattiti sui trend e sulle dinamiche di innovazione in ambito food e distribuzione. La lista completa dei nuovi prodotti presentati a Cibus 2018 sarà consultabile sul sito e sulla app di Cibus.it.

 

Cresce il numero dei top chef che negli stand proporranno modi creativi di cucinare i nuovi prodotti dell’alimentare italiano. Il profilo gastronomico della fiera sarà arricchito dal nuovo format delle Food Court istituzionali, spazi degustazione e show cooking dei prodotti tipici del territorio, strutturati ed animati in modo continuativo nel Padiglione 8. Qui saranno presenti sia singole aziende locali sia aziende associate nelle Collettive di Regioni, Camere di Commercio e Consorzi (da Campania, Calabria, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio ed altre). Ad esse si aggiunge, per la prima volta, l’area “Gourmet Taste”, costituita da una selezione di aziende che permetteranno di degustare prodotti gourmet internazionali, con venti e più espositori provenienti dall’Europa e dall’Asia.

 

Collocata strategicamente accanto a Food Court e Gourmet Taste, la Buyers Lounge ospiterà i circa 2.500 top buyers esteri ospitati, per i quali è stato incrementato il programma di visite guidate nelle aziende alimentari della food valley emiliana. Sono buyer e manager delle più importanti catene retail provenienti da Usa, Canada, Sud America, Europa, Medio Oriente, Asia. Saranno presenti anche i buyer della Grande distribuzione operante in Italia e all’estero, tra cui il Gruppo Auchan e Coop che allestiranno un proprio spazio per sourcing e promozione.

 
Cibus è la fiera di riferimento del cibo italiano per i mercati internazionali, grazie anche al programma continuativo di Roadshow intrapreso da Fiere di Parma in collaborazione con Federalimentare. Tra gli incontri più recenti, una delegazione di Cibus si è recata il 14 febbraio scorso al Rungis di Parigi, il più grande mercato agro-alimentare di prodotti freschi del mondo. Altre missioni sono già programmate a Dubai in questi giorni, a Londra per presentare Cibus al mondo della ristorazione e del Retail (27 febbraio e 15 marzo); alla fiera Foodex di Tokio, con una serata Cibus presso la sede dell’Ambasciata italiana (il 7 marzo). Quest’anno al centro dell’evento anche appuntamenti dedicati all’innovazione ed ai rapporti di filiera nel settore alimentare.

 
Ampio spazio ai prodotti italiani a denominazione d’origine nello stand di AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), mentre nel padiglione 7 “Multiprodotto” troveranno spazio gli stand della Direzione Pesca del Ministero dell’Agricoltura e delle Politiche agricole, di Micromalto che schiera decine di microbirrifici artigianali, delle produzioni d’olio presentate da Unaprol, nonché, per il primo anno, alcune best case del settore agricolo nazionale organizzate dal loro sistema di rappresentanza.

 
Per quanto riguarda il fuori salone in città, “Parma City of Gastronomy”, presenterà dal 5 al 13 maggio sotto i Portici del Grano, il racconto delle eccellenze gastronomiche del territorio attraverso un percorso multisensoriale di conoscenza dei prodotti che fanno di Parma la Capitale della Food Valley. Un’occasione per un’esperienza emozionale, dove le delizie dei sensi (assaggiare, odorare, ascoltare, vedere, accarezzare) permettono di immergersi nella vita della città. Parma come racconto di storie (quelle dei produttori, orgogliosi eredi di una tradizione antica) – diventano, per i visitatori, ambasciatori di un’arte del vivere.
 
Per info: www.cibus.it
Scopri il prossimo appuntamento fieristico Foodex a Tokyo!
 
Fiera Cibus 2018

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Molino Pasini presenta la Colomba per questa Pasqua 2018

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Pasqua Pasini
La Pasqua Pasini è limited edition

 

Quest’anno la Pasqua di Molino Pasini è in edizione limitata: una vera e propria capsule collection che il Molino di Cesole ha in serbo per i buongustai che desiderano avere un’esperienza di gusto unica ed esclusiva.

 

Tre le grandi sorprese per tutti gli appassionati di lievitati: una speciale capsule della farina, studiata in versione speciale per dar vita al dolce pasquale per eccellenza, una edizione speciale della colomba, a firma Vincenzo Tiri, che ha avuto il prestigioso premio ‘Colomba perfetta’ da Gambero Rosso.

E una nuova importante collaborazione con Andrea Tortora, pastry chef 3 stelle Michelin e grande maestro dei lievitati, che con Pasini ha realizzato uno speciale ‘uovo di colomba’ davvero unico nel suo genere.

 

La maestria del Molino ha dato così vita a tre esperienze di gusto uniche, seguendo come sempre le più contemporanee tendenze della moda e del design, e portandole nel mondo food.

 

La colomba personalizzata

Molino Pasini ColombaIl dolce simbolo della Pasqua, realizzato da Vincenzo Tiri, è proposto in un’edizione totalmente personalizzata a tiratura limitata, con una forte ispirazione naturale: il box che accoglierà la colomba sarà infatti realizzata in legno, e personalizzato con il nome di chi lo riceverà, per un’esperienza sensoriale completamente taylor made. E per strizzare l’occhio alla moda, il colore scelto per il gift è il purple, ultra violet 18-3838, pantone dell’anno 2018 scelto dai più grandi stilisti come must per questa primavera.

 

La farina ‘Colomba’ Molino Pasini Colomba
La nuova farina colomba è una farina speciale, studiata appositamente per la produzione del lievitato pasquale.

Anche la farina è stata studiata in edizione limitata, per dare a tutti i pasticceri che vogliono mettersi alla prova con questo lievitato la possibilità di avere un ingrediente performante ed efficiente, per una lavorazione più facile e un risultato garantito.

 

L’uovo di colomba

L’idea di Andrea Tortora è proprio come l’uovo di Colombo, ma al femminile: con un brillante gioco di parole il pasticcere altoatesino ha creato un dolce pasquale unico nel suo genere, realizzato con farina Pasini. La presentazione milanese avverrà durante un tè, nel quale si potrà assaggiare la colomba e dialogare con il suo creatore e con il Mugnaio Pasini, per scoprire le caratteristiche di questo specialissimo dolce pasquale. L’evento sarà ospitato da Raw, il concept store di corso Magenta, dove l’uovo di Colomba si potrà anche acquistare. Appuntamento martedì 20 marzo alle ore 18.30, ingresso solo su invito.

 

Il piano di comunicazione

Il progetto pasquale verrà lanciato sulle piattaforme digitali Molino Pasini, raggiungerà la stampa generica e di settore e i principali influencer del mondo food sulla scena italiana e internazionale, con una grande audience a tutti i livelli.
 
 
Leggi anche “Il nuovo sito di Molino Pasini: il virtuale diventa realtà
 
Molino Pasini Pasqua

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Franceschini da’ il via all’anno nazionale del cibo italiano

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Una grande inaugurazione per una grande edizione: il 39esimo Sigep, il Salone Internazionale di Gelateria, Pasticceria, Panificazione Artigianali e Caffè, di Italian Exhibition Group è stato ufficialmente aperto sabato pomeriggio con una spettacolare e partecipata cerimonia.
 
Nella scenografica Arena della Coppa del Mondo di Gelateria, allestita nella hall sud della fiera di Rimini, si sono susseguiti al microfono Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, l’Assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti, il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi e Lorenzo Cagnoni, Presidente IEG.
 
Il ministro Franceschini ha detto: “Possiamo dire che da qui, dal Sigep di Rimini, parta il 2018 anno nazionale del cibo italiano. Come ministro ho due deleghe, quella alla Cultura e quella al Turismo, e tra le due oggi sento molto più pertinente quella alla Cultura: dentro ogni prodotto enogastronomico ci sono infatti sedimentati secoli di tradizioni e di camminate nella bellezza. Ecco perché, insieme ai turismi più antichi che scelgono l’Italia per la cultura e a quelli più recenti che puntano sullo shopping, inizia ad affermarsi anche quello enogastronomico: il cibo per noi è quindi sia attrazione turistica che identità culturale, e una manifestazione come Sigep rappresenta al meglio questi valori”.
 
Ha continuato il presidente Cagnoni: “VicenzaOro e Sigep, le due manifestazioni di punta di Italian Exhibition group inaugurate rispettivamente ieri e oggi, sono le due locomotive del nostro gruppo, e ci portano ad avere un motivato ottimismo per il 2018. Come mia abitudine giudico sempre in base ai numeri, e quelli di questa edizione sono particolarmente interessanti, a partire dal tasso di internazionalità che è in grande crescita”.
 
siege 2018 Rimini Franceschini
 
Il sindaco Gnassi – dopo aver raccolto la proposta di riconoscere il gelato artigianale quale patrimonio dell’umanità lanciata dal presidente della Giuria della Coppa del Mondo di gelateria, Giancarlo Timballo – ha sottolineato: “L’accoglienza per noi è soprattutto voglia di incontrare, non solo persone ma anche proposte come quella della candidatura del gelato a Patrimonio dell’Unesco, proposta che vogliamo sostenere. Sigep è uno straordinario momento di cultura: è l’Italia che accoglie il mondo, offre talento, ma allo stesso tempo impara. Questo territorio tra il mare e i paesaggi di Piero della Francesca è capace con il turismo di generare valori aggiunti per quattro miliardi, unendo fiere, business, congressi, natura, cultura, divertimento e cibo. Siamo straordinariamente felici che questa manifestazione sia a Rimini, anche perché qua può crescere grazie al nostro sguardo e alla nostra abitudine a vedere lontano”.
 
Dopo l’intervento di Vittorio Santoro, direttore di Cast Alimenti, scuola italiana tra le più prestigiose nel campo della formazione per i mestieri del gusto, e nel cui capitale IEG è entrata nei giorni scorsi, la cerimonia inaugurale è stata conclusa dall’assessore regionale Petitti: “La nostra è una regione che ha nel DNA valori come l’ospitalità e la tradizione gastronomica: una serie di politiche di investimenti sono riuscite a portare a una crescita significativa del turismo, e i numeri testimoniano quindi che le scelte fatto sono quelle giuste. Sigep è la dimostrazione del valore, sotto ogni aspetto, delle eccellenze”.
 
E, a dimostrazione di queste eccellenze, sul palco sono salite una torta dedicata al grande regista Federico Fellini (nel giorno del suo compleanno e nel quale Rimini, sua città natale, ha riaperto il cinema simbolo della sua filmografia, il Fulgor), realizzata dal team di pasticceri di CAST Alimenti capitanato dal Maestro Emmanuele Forcone, e una gigantesca coppa gelato tricolore, presentata dal maestro Beppo Tonon.

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Il pescarese Lorenzo Puca è il campione italiano di pasticceria Seniores

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È il pescarese Lorenzo Puca il neo Campione Italiano di Pasticceria Seniores, proclamato a Sigep.
Promosso da Sigep e Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani), il Campionato Italiano Seniores di Pasticceria è la sfida tra i più grandi maestri pasticceri italiani. Un concorso prestigioso e fondamentale per lo svolgimento di un mestiere ai massimi livelli e per lo stimolo al continuo perfezionamento di un settore forte e in continua espansione.
 

 
Classe 1989, Lorenzo Puca ha conquistato anche la medaglia d’oro nella specialità Ôpièce in zucchero e torta al cioccolato, con una creazione maestosa e impeccabile. Una grande riproduzione di Aladdin, il noto personaggio dei cartoni animati, con in mano l’immancabile lampada del genio, seduto sul tappeto magico che svolazza su una soffice nuvola. Alla base, la torta al cioccolato riproduce lo splendore della lampada magica.
 
Una vittoria particolarmente significativa e ambita, perché rappresenta l´unica possibilità di accedere alle grandi competizioni internazionali. Puca e i vincitori delle altre due categorie, infatti, andranno a formare la squadra che rappresenterà il tricolore italiano alla Coupe du Monde di Lione 2019. Le altre specialità in gara erano pièce in cioccolato e dolce al piatto, che ha visto la vittoria del bergamasco Mattia Cortinovis, e pièce in ghiaccio e torta gelato, con Andrea Restuccia (Roma) sul primo gradino.
 

CHI È LORENZO PUCA

Nato a Pescara il 12 maggio 1989, ha avuto fin da piccolo la passione per la cucina e tutto ciò che la concerne. A 13 anni comincia il suo percorso come aiuto cuoco in vari ristoranti di Pescara. Appena maggiorenne lascia la sua città natale e si trasferisce in Romagna dove svolge l’attività di pasticcere d’albergo. Dopo quell’esperienza, si sposta a Milano per circa 3 anni, dove lavora prima per la pasticceria Panarello e poi per la pasticceria Cova.
 
Approfondisce le sue conoscenze formandosi nelle migliori scuole d’Italia sotto i più grandi maestri. La sua esperienza più intensa fu quella presso la pasticceria Veneto di Iginio Massari, dove ebbe l’opportunità di mettere in atto le più alte tecniche della cultura pasticcera.

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Sigep dei record: 209.135 presenze in fiera per il salone dolciario artigianale

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Guarda il video di SIGEP 2018
 

 
La dimensione mondiale del business, una domanda internazionale in forte crescita, l’innovazione strategica, l’alta formazione: tutto insieme, al Sigep di Italian Exhibition Group.
 
Il 39° Salone della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè, conclusosi ieri alla Fiera di Rimini, ha trasmesso un forte stimolo al comparto del dolciario made in italy , parte consistente dell’export agroalimentare italiano, salito a fine 2017 a 40 miliardi di euro.
 
Sigep 2018 va in archivio con il record di 209.135 presenze complessive, di cui 135.746 buyers italiani e 32.202 buyers esteri provenienti da 180 paesi, che si sommano all’universo formato da espositori, concorrenti ai concorsi internazionali, team per le competizioni, ospiti ai convegni, partecipanti alle aree academy. Una lettura dei numeri che aderisce agli standard per il benchmark internazionale e che consente una precisa profilazione della domanda.
 
Gli international buyers registrati a Sigep 2018 provengono per il 77% dall’Europa (in primis Spagna, Germania, Francia, Grecia, Polonia), per il 12% dall’Asia (Giappone, Corea, Cina e India in particolare), per il 7% dalle Americhe (Stati Uniti, Canada e Brasile), per il 3% dall’Africa (Marocco, Algeria, Egitto 1%) e dall’Oceania (Australia).
 
Tutti numeri sono da primato per Sigep 2018: 1.250 espositori su una superficie di 129.000 mq, 1.016 eventi organizzati nel palinsesto ufficiale, 940 giornalisti accreditati dei quali 112 esteri per uno sviluppo di quasi 200 milioni di contatti media ad oggi. Successo per la App dedicata a SIGEP: superati i 10.000 download.
 
Gli eventi clou di Sigep 2018, inaugurato sabato scorso alla presenza del Ministro Dario Franceschini, sono stati la Coppa del Mondo della Gelateria e The Pastry Queen (campionato mondiale femminile di pasticceria), insieme ad una straordinaria serie di eventi in tutte le filiere, all’insegna dell’innovazione e dell’alta formazione. I collegamenti in diretta streaming (italiano e inglese) degli eventi nelle varie Arene hanno avuto una audience di circa 244.000 utenti nel mondo.
 

 
Sigep, nella ristretta elite dei Saloni Mondiali protagonisti del foodservice
, domina il solido comparto del dolciario, con una particolare connotazione per la produzione artigianale e di alta qualità. Di conseguenza le filiere di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali abbinati al caffè,  dalla piattaforma di Sigep si espandono con nuovi impulsi, relazioni e business in Italia e nel mondo. La soddisfazione diffusa fra tutti gli espositori conferma la leadership di Sigep e la qualità strategica del suo piano di sviluppo.
 
Sono i fatti a dare lo spessore di questo successo: gli accordi pluriennali con tutti i protagonisti delle filiere coinvolte, l’avvio con “Gelato Festival” di un nuovo programma pluriennale di promozione mondiale, l’ingresso nella compagine societaria della prestigiosa scuola di cucina CAST Alimenti e il piano industriale quinquennale all’insegna degli investimenti in strutture, innovazione e internazionalità, riconfermano alle imprese che IEG è partner affidabile e leader anche per i numeri e per i contenuti che esprime.
 

Castelli Forni Sigep 2018Castelli Forni
 

Artmenù Sigep 2018Artmenù Factory

 

Esposito Forni Sigep 2018Esposito Forni
 
Gi Metal Sigep 2018Galbani Professionale
 

Gi Metal Sigep 2018Gi-Metal
 

Costagroup Sigep 2018Costagroup
 

Molino PasiniMolino Pasini
 

Italforni Sigep 2018Italforni
 

Italmill Sigep 2018Italmill
 

Izzo Forni Sigep 2018Izzo forni
 

Molino Dallagiovanna Sigep 2018Molino Dallagiovanna
 

Lilly Codroipo Sigep 2018Lilly Codroipo
 

MAM Forni Sigep 2018MAM forni
 

Molino Caputo Sigep 2018Mulino Caputo
 

Marana Forni Sigep 2018Marana Forni
 

Molino ColomboMolino Colombo
 

Morello Forni Sigep 2018Morello Forni
 

Molino Magri Sigep 2018Molino Magri
 

Novaltec Sigep 2018Novaltec
 

Molino Di Marco Sigep 2018Di Marco Corrado
 

Moretti Forni Sigep 2018Moretti Forni
 

Molino Iaquone Sigep 2018Molino Iaquone
 

New Plast Sigep 2018New Plast
 

Molino Naldoni Sigep 2018Molino Naldoni
 

Solania Sigep 2018Solania
 

Molino PolselliPolselli
 

Sacar Forni Sigep 2018Sacar Forni
 

Arris Catering Sigep 2018Arris Catering Equipment
 

Zanolli Forni Sigep 20187Zanolli Forni
 

Molini Spigadoro Sigep 2018Molini Spigadoro
 

Sud Forni Sigep 2018Sud Forni
 

Molino Vigevano 2018Molino Vigevano
 

Tecnocrio Sigep 2018Tecnocrio
 

Vito Olio Sigep 2018Vito Olio

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Al Real Sito di Carditello l’appuntamento “Grano Nostrum: Chi semina bene, raccoglie meglio”

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Ph: Stefano Renna, Riccardo Siano e Roberta De Maddi
 
Al Real Sito di Carditello l’appuntamento “Grano Nostrum: Chi semina bene, raccoglie meglio”
 
L’appuntamento per parlare di “Grano Nostrum” con il sottotitolo “chi semina bene, raccoglie meglio”, non poteva essere fissato in un luogo più simbolico per chi guardi al futuro con i piedi ben piantati nel passato e per chi abbia a cuore la tutela del territorio. L’incontro si terrà, infatti, presso il Real Sito di Carditello.
 
A organizzare il meeting, previsto per giovedì 8 febbraio alle ore 10.00, Mulino Caputo e Green Farm.
 
Così, dopo i raccolti degli scorsi anni, coronati dai festeggiamenti del Capodanno del Mugnaio, verrà presentato il progetto di semina del Campo Caputo, prima filiera di grano tenero al Sud Italia,  che diventa sempre più esteso, e che riserva la massima attenzione all’intero processo: dalla selezione del grano nostrum  alla coltivazione e fino al raccolto.
 
“I nostri Campi Caputo nascono da una condivisione di valori e visioni con la Green Farm di Michele Mennino, azienda campana specializzata nell’assistenza ai coltivatori”  fa sapere Antimo Caputo, Ad del mulino napoletano “La nostra è un’azione che parte dalla scelta del seme, con precise caratteristiche di qualità, fino al raccolto e allo stoccaggio dei grani campani e locali, ma di rilevanza nazionale. Utilizziamo i grani delle migliori varietà che, unite al territorio e alle caratteristiche di coltivazione, danno un frumento qualificabile come panificabile superiore e con delle specifiche caratteristiche di forza, estensibilità e tenuta, ideali per le realizzazioni dei nostri prodotti. L’iter prevede il raggiungimento, per l’annata 2018\19, di 3000 ha di coltivazioni dedicate alle colture di grano tenero GRANO NOSTRUM.”
 
Michele Mennino, responsabile della Green Farm, sottolinea come questa operazione, condotta in sinergia con Mulino Caputo, sia una iniziativa innovativa e rappresenti la prima vera valorizzazione della filiera del grano tenero.
 
In questi anni, infatti,  Mulino Caputo ha sottoscritto contratti di filiera con il più grande Consorzio Agrario del Sud, quello di Latina, specializzato nel comparto del tenero. Al quale, già da due anni, si è aggiunto il Campo Caputo targato Campania.
 
All’incontro di giovedì 8 febbraio interverranno: Antimo Caputo, Ad del mulino di Napoli; Michele Mennino, responsabile della Green Farm; Gino Sorbillo, maestro pizzaiolo; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde; Francesco D’Amore, dell’Azienda Agricola D’Amore e Roberto Miletti dell’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo). Coordinerà il giornalista de Il Sole 24 ore e di Radiocor Plus, Giorgio dell’Orefice.

 

La registrazione è prevista alle ore 9.30

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Nasce SUBLIME, il progetto che racconta le ricette dei grandi chef milanesi #CIBOGRAFICA

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Sublime #cibografica
Nasce ufficialmente SUBLIME Ricette in #cibografica. Un progetto artistico innovativo che racconta le ricette dei grandi chef milanesi, attraverso illustrazioni d’autore, per rappresentare non solo il piatto, ma tutte le suggestioni ed emozioni che si nascondono nell’ideazione e nella realizzazione di esso.
 
Sublime #cibograficaSUBLIME nasce da un’idea di Lorenza Negri e Caterina Pinto fondatrici dell’Agenzia di Comunicazione Boombang Design: “Agli chef che incontriamo viene chiesto di realizzare un piatto che li rappresenti e di raccontarcelo. Fotografiamo la ricetta, esploriamo storia e grammatica della loro opera e la restituiamo, attraverso i nostri disegni su Sublimeblog.it”.
 
Tanti gli chef che stanno partecipando al progetto tra cui Claudio Sadler, Tano Simonato, Daniel Canzian, Luca Catalfamo, Hide Matsumoto, Andrea Provenzani, Lucio Mele, Diego Rossi, Federico Sisti, Tommaso Arrigoni, Michele De Liguoro, e molti altri che SUBLIME incontrerà nelle prossime settimane tra cui Giancarlo Morelli, Andrea Aprea, Marco Ambrosino.
Sublime #cibografica
Sublime #cibografica
Una rete che si sviluppa off-line, un passaparola che rimbalza da un ristorante all’altro. Ogni chef che partecipa al progetto segnala altri colleghi da incontrare, tutto questo genera una grande mappa eclettica del gusto, creata dagli stessi attori. Sublime cresce ogni settimana, nuovi incontri, nuovi chef e nuovi piatti da rappresentare. Un diario di viaggio in costante aggiornamento.
 
“Quando sono stato contattato per questo progetto ho subito pensato che fosse perfetto per raccontare la mia filosofia di cucina, in cui l’arte, intesa anche come arte culinaria, ricopre un aspetto molto importante. – dichiara lo Chef Daniel Canzian – Nell’arte contemporanea, in particolare, mi ritrovo: i concetti trasmessi, come il concentrato di gusto che un piatto riesce a esprimere, sono essenziali, quasi scarni. Ma la potenza comunicativa è grandissima. Allo stesso modo in ogni mio piatto restano solo gli ingredienti essenziali al gusto. Per esprimere concetti, trasmettere emozioni ed esaltare la vera protagonista del “quadro”: la materia prima, la mia tavolozza di colori. Il processo creativo di Sublime l’ho trovato molto simile al mio e per questo sono davvero entusiasta del risultato”.
 
Sublime #cibograficaSublime #cibografica
 
“La cosa più bella di Sublime risiede nel paradosso del suo format: ossia fare rete ma off-line, è bello che un ristoratore abbia lo spazio per mostrare ciò chef a e, al contempo, abbia voce per parlare bene di un suo college. – Racconta Simone Ciaruffoli di Burgez Credo che fare rete, ossia passare il proprio testimone per formare una staffetta ideale di ristoratori, sia oggi quanto di più auspicabile. In tempi di leoni da tastiera, fermarsi un attimo e pensare, non di criticare, ma di consigliare un altro professionista, magari anche un competitor, è più moderno del moderno!”

Diego Rossi di Trippa: “Il progetto mi è piaciuto da subito perché fresco e divertente. Il fatto di trasformare un piatto in un disegno che lo rappresenti è un’idea nuova  che utilizza una chiave espressiva diversa!”
 
Sublime #cibograficaSublime #cibografica
 
“Mi fa sempre piacere dedicare del tempo a chi utilizza il mondo del cibo per fare cultura, arte o solo per comunicare il grande impegno che c’è dietro il nostro lavoro. – Dichiara Tommaso Arrigoni di Innocenti EvasioniSublime è una bella iniziativa, originale e unica!”
 
Una mappa di prelibatezze disegnata partendo da Milano dove il Design e il Cibo delineano un binomio creativo che dà connotazione alla città.

Da questo connubio nasce la #cibografica: un faccia a faccia tra il piatto di alta cucina e la traduzione illustrata dell’idea da cui prende forma.

 

Il progetto dà modo di scoprire quante storie, suggestioni, tecniche, principi ed influenze si nascondano dietro a ciò che troviamo a tavola, SUBLIME è il veicolo per raccontarle e farle conoscere. Tramite il linguaggio dell’illustrazione si può scoprire il dietro le quinte che riguarda la progettazione, l’ideazione e il pensiero che c’è nella creazione di un piatto.
 
Sublime #cibograficaSublime #cibografica
 
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La “Prosecco House” apre oggi le porte a Londra ed è già un successo per il vino Made in Italy

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Prosecco House apre a Londra
Una passione “cultish” come viene definito l’interesse in costante aumento per il vino Made in Italy.
 
Nella giornata di oggi è stata inaugurata la prima “Prosecco House”, il primo bar interamente dedicato al bianco frizzante che dal Nord Est d’Italia è partito alla conquista dell’Inghilterra, progetto dell’imprenditrice Kristina Issa.
Prosecco House apre a LondraProdotto in 5 province del Veneto: Treviso, Venezia, Vicenza, Padova e Belluno, e in 4 del Friuli Venezia Giulia: Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine da oggi, 9 febbraio, avrà una casa tutta sua nel palazzo One Tower Bridge affacciato sul Tamigi a Londra. 
 
Il bar, aperto dalle ore 11.00 della mattina, offre drink da una lista di oltre 20 tipi di vino frizzante tra i marchi ci sono Marchiori, Rivalta e Cirotto, Tasi bio, Andreola, caffè, stuzzichini e cicchetti a base di prosciutto, pomodorini secchi, ricotte, gorgonzola, prosciutto, e per creare l’ambient italiano ci sarà anche una piccola selezione di cocktail col Prosecco, tra cui Spritz, Bellini e cocktail speciali della casa. Gli ospiti potranno godere di un calice a partire da 7.50 sterline e una bottiglia da 30.
Le bottiglie si possono anche acquistare e portare via, o ordinare a domicilio.
 
Prosecco House apre a LondraPerfino l’arredamento progettati dalla stessa Kristina con l’interior designer Justyna Czarnoba, include cenni all’Italia, con un tripudio di velluto, color arancio bruciato, verde e blu, per gli sgabelli e le poltrone, lussuosi marmi provenienti dal nostro Paese e sgabelli di velluto color panna, tavoli in bronzo antico con superfici in vetro specchiato e un bancone retroilluminato da un’ampia varietà di bottiglie esposte, come una sorta di cantina luccicante, una parete refrigerata che si estende su tutto il lato della sala.
 
Molto positive sono già le prime recensioni “British”, ma il successo mediatico è giunto con tre milioni e trecentomila visualizzazioni del video nella pagina facebook di Time Out London. Kristina sorride e su Facebook raccoglie i commenti entusiasti di clienti e fan. Un successo, il suo, derivato probabilmente più dall’aver saputo cavalcare una moda che non per competenze specifiche: a spulciare il suo curriculum, si scopre infatti che i precedenti lavori erano nell’ambito finanziario, tra ristrutturazioni dei debiti e consulenza su asset di investimento.
 

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Mulino Caputo al convegno “Grano Nostrum: chi semina bene raccoglie meglio” ecco gli obiettivi

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Mulino Caputo al convegno
 
Il contratto di filiera del grano tenero, il primo al Sud, ha trovato tutti entusiasti, nel corso del convegno “Grano Nostrum: chi semina bene raccoglie meglio”,  tenutosi al Real Sito di Carditello. Un luogo ricco di storia, che fu centro di ricerca agroalimentare (è qui che è nata la produzione della mozzarella, è qui che è stato allevato il cavallo napoletano, il Persano, ed è qui che si praticavano coltivazioni sperimentali di grano) e che diventerà luogo di incontri e di studi su questi temi, promossi dalla Green Farm, da Mulino Caputo e  dalla Fondazione UniVerde.
 
Contribuendo, così, alla rinascita del sito. Nel corso dell’incontro si sono manifestati l’auspicio e i presupposti che la collaborazione, nata due anni fa tra Mulino Caputo e la Green Farm di Michele Meninno, con un intenso e duro lavoro, e che vede connessi agricoltori  e molitori,  si possa  diffondere in tutta l’area meridionale, seguendo il loro percorso virtuoso. Soddisfatti i coltivatori, che vedono il loro sforzo adeguatamente remunerato.
 
Contenti  tutti gli altri, per la qualità del prodotto ottenuto.  Perché con il progetto Campo Caputo, connesso  a “Grano Nostrum”, si è raggiunta una produzione ecosostenibile in termini ambientali e di qualità di grano. Un auspicio, quello della diffusione di questo modello,  caldeggiato anche da  Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, che addirittura ha chiuso il suo intervento esprimendo la speranza che in futuro possa essere prodotto un seme “napolitano”, con la “i”, proprio come venivano chiamati gli abitanti dell’intero Regno delle Due Sicilie.
 
Di fatto, la varietà autoctona “Partenope”, selezionata dai tecnici di Mulino Caputo, è già utilizzata nella produzione di Grano Nostrum,  in tre regioni: Campania,  Basilicata e Molise.
 
Antimo Caputo ha sottolineato come, grazie a un fitto lavoro di squadra, supportato dallo studio sulle diverse specie varietali, sulla scelta dei mezzi tecnici e sulla gestione dello stoccaggio e ben ancorato alle caratteristiche del territorio, a due anni dal primo contratto di filiera in Campania, siano già stati ampiamenti raggiunti gli obiettivi quantitativi di produzione e ha anticipato che le coltivazioni dedicate alle colture di grano tenero GRANO NOSTRUM, potranno agevolmente raggiungere i 3000 ha per l’annata 2018/2019.
 
“Anche se” ha aggiunto l’AD del Mulino Caputo “per quanto riteniamo che il raggiungimento di una produzione che possa fregiarsi di essere costituita interamente da “Grano Nostrum”, sia un obiettivo fondamentale, ancora più importante per noi è che la produzione garantisca un grano di altissima qualità, che consenta a tutti gli operatori  e trasformatori di portare in tavola il miglior prodotto possibile.”
 
L’attenzione che l’azienda molitoria napoletana riserva, da sempre, al settore della pizza,  è stata riconosciuta dal Maestro Pizzaiolo Gino Sorbillo, che ha parlato di un prodotto “sartoriale” proposto da un’azienda di respiro internazionale eppure profondamente radicata sul territorio.
 
All’incontro, moderato dal giornalista de Il Sole 24 ore, Giorgio dell’Orefice,  è intervenuto anche Francesco D’Amore, dell’Azienda Agricola D’Amore.
 

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Cocktail al cioccolato: 6 ricette dal Salon du Chocolat

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Cocktail al cioccolato
 
Cocktail al cioccolato

La speciale “Tavoletta d’oro – Cocktail al cioccolato” assegnata dalla Compagnia del Cioccolato in collaborazione con Giulio Cocchi è andata a Paolo Viola, giovanissimo barman da poco alla guida del lounge bar Terrazza Calabritto di Milano, per la sua ricetta “From New York to Milan” al Salon du Chocolat di Milano tenutosi dal 15 al 18 febbraio 2018.
 
Ecco le altre ricette che hanno ricevuto l’attenzione dei critici del settore:
 
FROM NEW YORK TO MILAN – PAOLO VIOLA
45 ml Wild Turkey Rye Whisky al cioccolato gianduia, 30 ml  Storico Vermouth di Torino Cocchi, 10 ml riduzione di Moscato d’Asti, 5 ml Barolo Chinato Cocchi. 

AMORE AMARO – ANTHONY VENTRELLA

6 cl whisky The Arran Malt, 15 grammi composto fatto con Barolo Chinato Cocchi e massa di cacao amaro della Costa d’Avorio 100% DIVO, 2 cl Sloe Gin, 0,5 cl Pimento Drum

 

FROTTOLA VIENNESE – ELISA FAVARON

25 g cioccolato fondente fuso (Domori Trinitario 70% Tanzania), 30 ml Cocchi Storico Vermouth di Torino, 20 ml Liquore al cioccolato Mozart, 15 ml Gosling’s Black Seal Rum.

A parte: 20 ml Apricot Brandy Joseph Cartron 1 barspoon succo di limone 

 

IL SERPENTE PIUMATO – CARLOTTA LINZALATA

30 ml Storico Vermouth di Torino Cocchi infuso ai chicchi di caffè, 25 ml riduzione di Barolo Chinato Cocchi al pepe e vaniglia,15 ml Mezcal, 15 ml Sciroppo di cioccolato e peperoncino, 1dash bitter alla vaniglia, 1dash bitter al cioccolato.

 

BAROLO CIOCCOLATO – BRIAN GONZALEZ FERNANDEZ

60 ml Cocchi Barolo Chinato, 10 ml Vida Mezcal infuso con cacao, 5 ml Maraschino, 3 dashes Chocolate Azteca Bitter

 

COCCHICCINO –  HELDER JOSE FORTES SILVA

60 ml Cocchi Barolo Chinato, 35 ml Don Q Spiced rum infuso con Cacao e caffè, 15 ml Campari, 4 dashes Fee brothers Black walnut bitters, albume d’uovo

 
Leggi anche l’articolo sulla premiazione di Paolo Viola al Salon Du Chocolat 2018!
Cocktail al cioccolatoCredit photo: G. Masala

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Le donne lavoratrici nel settore dei pubblici esercizi: dati FIPE

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Il mondo dei pubblici esercizi è un settore inclusivo. Tra i lavoratori dipendenti si contano tante donne e tanti giovani. E’ uno dei pochi settori dove l’occupazione femminile supera quella maschile.
 
Donne nel mondo dei pubblici eserciziSono 375mila (il 70% ca. ha meno di 40 anni) le lavoratrici impiegate in ristoranti, bar, mense, stabilimenti balneari e discoteche. Le donne sono presenti soprattutto in sala, dove si riescono a gestire più facilmente i contratti part time, decisamente molto richiesti e utilizzati in questo settore: sono il 71% del totale.
 
Decisamente maggioritari i contratti a tempo indeterminato (77%). Lo stipendio medio – prendendo come riferimento il 4° livello del CCNL– si aggira sui 1.200 euro netti al mese.
 
Le figure professionali più richieste sono sempre quelle più qualificate quali, per esempio, cuochi e pasticcieri.

 
Donne nel mondo dei pubblici esercizi
 
 

LINO ENRICO STOPPANI

Donne nel mondo dei pubblici eserciziPresidente FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi
 
Il lavoro resta la componente fondamentale per la produzione dei servizi di ristorazione.
 
Gli ultimi dati ci consegnano un settore con un milione di addetti, in crescita rispetto all’anno precedente.
 
A crescere è stato soprattutto il lavoro dipendente nell’ambito del quale la componente femminile continua ad essere maggioritaria. Il settore conferma dunque le sue caratteristiche di inclusione nei riguardi delle donne e dei giovani.
 
Sono tante le ragioni che rendono attrattive le nostre imprese per il lavoro femminile. La prima riguarda sicuramente la possibilità di conciliare i tempi familiari con quelli del lavoro. L’organizzazione aziendale si presta, infatti, a fare largo uso del lavoro part time facendo in modo che il lavoro non impegni per l’intera giornata.
 
La seconda ha a che fare proprio con la capacità del settore di creare lavoro anche nel contesto di congiunture difficili come quelle che abbiamo vissuto in questi ultimi anni.
 
La terza riguarda le caratteristiche del lavoro. E’ noto che nelle imprese di ristorazione, ma credo che il concetto si possa estendere anche a molte altre attività, in cui il ruolo delle donne è importante tutto funzioni meglio: servizio, relazione con il cliente e, persino, reputation aziendale.

www.fipe.it

 
Leggi anche l’articolo “La cucina è donna: Cristina Bowerman
 
Donne nel mondo dei pubblici esercizi

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L’eredità del Maestro Gualtiero Marchesi: dai consigli ai premi per i giovani

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Gualtiero Marchesi premio
 
Gualtiero Marchesi è maestro per eccellenza della cucina italiana, colui che meglio di chiunque altro ha reso unico e affascinante il legame tra cultura e arte con la cucina. Scomparso lo scorso dicembre ha lasciato un’eredità immensa al mondo della cucina.
 
La Giunta regionale della Lombardia nell’ultima seduta della legislatura ha approvato un premio per giovani under 25 di tutta Italia dedicato al maestro Marchesi. 
 
L’iniziativa che si svilupperà lungo tutto il 2018, si legge in una nota della Regione, ha già trovato l’adesione della Regione Puglia, impegnata con la Lombardia in un comune progetto di promozione turistica in vari ambiti, ed è stata condivisa e rilanciata dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo in occasione del lancio dell’Anno nazionale del cibo italiano.  
 
Questo premio nasce per valorizzare il talento dei giovani cuochi, per rendere viva memoria e insegnamento di Marchesi, per promuovere e affermare la dignità di questo mestiere e esaltarne il legame col territorio”. 
 
Gualtiero Marchesi premio
Ma il Maestro Gualtiero Marchesi ha lasciato in eredità anche i consigli per onorare l’alta cucina italiana ed ecco il “Decalogo del cuoco”:
 
1. Cuoco è un mestiere o meglio ancora è un servizio
 
2. La divisa, candida, individua della sua funzione le caratteristiche essenziali: l’onestà, la pulizia, il rispetto.
 
3. La legge del cuoco è la ricetta di cui è esecutore, ricordando che ogni buona esecuzione presuppone una quota d’interpretazione, attentamente dosata, non eccessiva ma neanche assente, introdotta con rispettosa discrezione. A un livello più alto sta il compositore.
 
4. Ai diversi gradi di esperienza e conoscenza corrisponderanno tre figure: l’esecutore, l’interprete e il compositore.
Per raggiungere questi traguardi, il cuoco dovrà impadronirsi della tecnica e aver fatto pratica di tutte le partite: antipasti, primi, carni, pesci e pasticceria anche se, poi, deciderà di dare il meglio di sé in una di queste.
 
5. Un elemento importante per arricchire le proprie esperienze gastronomiche, è sicuramente la conoscenza di luoghi: dell’acqua, della terra, dell’aria che del carattere del territorio conservano memoria dando a frutti e animali sostanza e gusto; degli abitanti e del clima, con cui gli uni e gli altri devono inevitabilmente misurarsi.
 
6. Lo studio delle culture alimentari di altri Paesi, può contribuire a formare una conoscenza più ampia dell’arte culinaria e delle sue realizzazioni con differenti aspetti e contenuti.
 
7. La capacità di un cuoco poggia su due pilastri: la conoscenza della materia e dei modi di trattarla nel rispetto della sua natura.
 
8. Soluzioni tecniche e virtuosismi non possono prescindere dalla conoscenza di tecnica e materiali nella concezione e nell’esecuzione. La tecnica è uso appropriato, controllato e non distruttivo, degli strumenti più adatti all’operazione che si sta eseguendo, senza uccidere la materia.
 
9. Ad ogni preparazione, il cuoco deve sapere perfettamente cosa è giusto fare: quali sono tempi e modi della cottura, l’esatta temperatura e, ove necessario, la durata della stabilizzazione, giacché anche il riposo è parte importante del trattamento, come la pausa o il silenzio nella partizione musicale. La presentazione finale dipende molto dalla scelta del contenitore più adatto.
 
10. Uno dei compiti che fanno onore al buon cuoco, è quello di divulgare e incrementare la cultura gastronomica, per un verso insegnando a mangiar bene e correttamente con il cibo offerto in tavola, per altro verso istruendo i giovani e passando il testimone a chi lo merita, introducendolo alla Cultura gastronomica, che quando è veramente tale è esperienza consapevole, ricerca applicata in continuo perfezionamento e adattamento alla vita.
 
E infine, “creare è: NON COPIARE”!
Senza per questo inseguire il nuovo, il “mai visto” come attributo di per sé qualificante: possiamo riconoscere la novità tanto nel conosciuto quanto nello sconosciuto, importante è che attinga alla verità. L’arte è il porsi in opera della verità.
 
Leggi anche l’articolo sulla certificazione dei “Risotto oro e zafferano” del Maestro Gualtiero Marchesi
 
Gualtiero Marchesi premio
 
 
Credit photo2: Fabrizio Magoni

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La Chef stellata Antonia Klugmann si racconta

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Antonia Klugmann intervista
 
Determinata, autentica, libera, ma anche sensibile e creativa così com’è nella vita, Antonia Klugmann è anche nella sua professione. Il suo percorso di vita l’ha portata inizialmente alla Facoltà di Giurisprudenza, ma poi la passione le ha indicato una strada che fa sua: la ristorazione. Dopo un periodo di apprendimento, a soli 26 anni, nel 2006, assieme al compagno Romano De Feo apre “L’Antico Foledor Conte Lovaria” a Pavia di Udine e si fa subito notare dalla critica.

Nel 2014 Antonia corona il suo sogno aprendo un ristorante tutto suo: “L’Argine” di Vencò a Dolegna del Collio (GO), premiato, dopo pochi mesi, da una Stella Michelin

 
. La sua cucina, rispecchia profondamente il suo amore per il territorio e il grande rispetto per gli ingredienti, di cui non spreca nulla.
 

Un periodo molto intenso questo per Antonia Klugmann, che la vede, protagonista in libreria con il suo libro “Di cuore e di coraggio” e Giudice di MasterChef, il famoso talent che tra pochi giorni svelerà il vincitore di questa 7a edizione italiana.
 
Abbiamo intervistato Antonia per conoscerla meglio, farci raccontare la sua esperienza a MasterChef e, in vista della Festa della Donna, capire se qualcosa sta cambiando per le donne che hanno fatto o desiderano fare della cucina il loro mestiere.

 

Aveva iniziato degli studi di Giurisprudenza, ma poi ha deciso di diventare Chef. Come è nata questa decisione?

Ho deciso di dedicarmi alla cucina dopo 3 anni di studi universitari in un momento di difficoltà famigliare. Come penso accada a tante persone, un momento di crisi è stata la spinta per interrogarmi sulla mia vita; accorgendomi che i momenti della giornata in cui ero più felice erano quelli che passavo in cucina, ho capito che non avrei potuto fare l’avvocato.

 
Antonia Klugmann intervista
 

Qual è la sua idea, la sua filosofia della cucina?

La cucina che oggi proponiamo a L’Argine a Vencò, ma che abbiamo sempre proposto in tutti i locali che abbiamo gestito, interpreta il territorio circostante, nel nostro caso il Collio Friulano, valorizzando i prodotti locali mediante la creatività.

 

Libertà è un concetto a lei molto caro, che senso riveste a livello personale e professionale?

La cucina dal mio punto di vista è un luogo di libertà straordinario. Gli ospiti di un ristorante non vedono chi cucina. Non vedono se il cuoco è alto o basso, uomo o donna, bello o brutto, simpatico o antipatico. Assaggiano solo i piatti che il cuoco prepara per loro ed in questo modo ne fanno la conoscenza. Io credo fermamente in questo modo di comunicare, libero e per definizione senza preconcetti.
 


L’Italia è il paese che ha più Chef Stellate. Secondo lei le donne hanno lo spazio che meritano nelle cucine professionali o si tratta di un ambiente che rimane prevalentemente maschile?

Se è vero che in Italia abbiamo il record di Chef Stellate, bisogna anche ammettere che la maggioranza delle brigate dei ristoranti importanti rimane prevalentemente maschile. Credo che oggi la donna, soprattutto in Italia, si trovi ancora davanti ad un bivio che riguarda la scelta tra vita personale e famigliare. Questo, in particolare, se sceglie di fare la cuoca, un lavoro durissimo.


Lo Chef Carlo Cracco ha lasciato Masterchef, è lei è diventata la prima donna giudice dell’edizione italiana. Cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida?

Il desiderio di comunicare ad un pubblico più vasto che andasse oltre alle persone che mi hanno seguito in questi anni nei locali in cui ho cucinato.

 
Come si è trovata con i suoi colleghi Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Antonino Cannavacciuolo?

Mi sono trovata molto bene. Come sempre quando si arriva in un gruppo affiatato, ho faticato un po’ all’inizio. Oggi però ho il privilegio di avere tre amici straordinari.

 

Quali sono stati i maggiori pregi e difetti che ha riscontrato nei concorrenti di questa edizione di MasterChef?

Mi aspettavo di trovare delle persone che volevano principalmente apparire in televisione ma, invece, ho capito che ciò che li aveva spinti a partecipare al programma era la loro autentica passione per la cucina. Passione che abbiamo in comune. Non voglio spingermi ad identificare dei difetti perché come giudice ho sempre valutato i piatti che mi venivano proposti e non le persone che li cucinavano.
 
Antonia Klugmann intervista
Fin dal suo esordio si è rivelata uno dei giudici più severi e ha diviso il pubblico, tra chi approvava la sua severità e chi la trovava esagerata e per questo l’ha criticata. Guardando alla sua esperienza come giudice, questa sua severità era giustificata?

Quando parlo di cucina lo faccio sempre in maniera molto seria, si tratta del mio lavoro e sono molto esigente, prima di tutto con me stessa. Ho sempre valutato i piatti che venivano presentati in modo tecnico e cercando di dare degli spunti di crescita alle persone che avevo di fronte. Non bisogna dimenticare, comunque, che Masterchef è un bellissimo gioco a cui sia io che i concorrenti abbiamo deciso di prendere parte.

 

Oltre alla notorietà, cosa si è portata a casa da questa esperienza?

E’ stata un’esperienza molto interessante perché mi ha permesso di vivere alcuni mesi in un contesto molto diverso da quello a cui ero abituata. Uscire dalla propria quotidianità e confrontarsi con qualcosa di nuovo, mi piacerebbe che tutti potessero avere questa possibilità. Oggi, comunque, continuando a vivere e lavorare in campagna la mia vita non è cambiata molto. E ne sono felice.


Il suo libro s’intitola “Di cuore e di coraggio”, quanta passione e quanto coraggio occorrono per diventare degli Chef di successo?

Penso che in qualunque campo per avere successo sia necessario avere grande determinazione. La cucina, però, richiede talmente tanti sacrifici che il talento non è sufficiente, è necessaria un’autentica passione. Decidendo di fare il cuoco si sceglie anche un preciso stile di vita.

 

Cosa si sente di consigliare alle ragazze e alle donne che vorrebbero diventare delle Chef?

Consiglio a chiunque voglia fare questo lavoro di iniziare dal basso per capire cosa vuol dire stare in cucina, la fatica e i ritmi che impone. E’ poi importante essere sempre modesti curiosi e avere voglia di studiare e migliorarsi.
 

Alle donne, in cucina o meno, voglio dire di non arrendersi mai alla scelta “lavoro o vita personale”

 
Dobbiamo cercare la felicità in entrambi i campi chiedendo ai nostri partner di sostenerci come noi facciamo con loro.
 
Antonia Klugmann intervista
 
Leggi anche “Di cuore e di coraggio: la storia e la cucina della Chef Antonia Klugmann

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Festa della donna: quale il suo ruolo nella gastronomia?

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TheFork celebra la Festa della donna facendo il punto sul ruolo femminile nella gastronomia attraverso alcune interviste a professioniste del settore.
 
L’equilibrio tra vita privata e professionale, le sfide per la carriera e il gap con l’occupazione maschile: come per altri settori, sono questi i temi principali che emergono analizzando il ruolo delle donne nella gastronomia. Secondo la Federazione Italiana Pubblici Esercizi nel 2017 le donne impiegate nel settore sono state 375.044, oltre la metà del totale degli occupati dipendenti nei pubblici esercizi
 

The Fork - Festa della donna
 

“La Tenda Rossa è un ristorante che esiste da 50 anni e dunque ha una storia importante. È sempre stato un ristorante di altissimo livello e la prima generazione, quella dei nostri genitori, era costituita da una coppia – marito e moglie. Ora che siamo alla seconda generazione siamo soprattutto donne. Ci dividiamo tra cucina e sala. Io in particolare mi occupo della seconda, anche se in realtà il mio ruolo va ben oltre e include la scelta dei vini, dei menù, il marketing online, la gestione di TheFork e così via. In cucina invece ci sono mio fratello e sua moglie” spiega Natascia Santandrea del ristorante La Tenda Rossa a San Casciano in Val di Pesa, due forchette del Gambero Rosso, un cappello de La guida de L’Espresso.

 
The Fork - Festa della donna
 

“Negli ultimi anni il settore è completamente cambiato. Una volta l’alta ristorazione era identificata soprattutto con il cuoco. Oggi invece vediamo sempre più donne occupare posizioni importanti sia in cucina sia in sala” continua Natascia Santandrea. “Se si tratta ancora di una minoranza è solo perché resta difficile conciliare la vita professionale con quella familiare. Se ci pensiamo la massima espressione nella carriera di un cuoco o un sommelier coincide con l’età della maternità”.
 

 

Insomma tanta strada è stata fatta, ma ancora non basta. Le parole di Santandrea ricordano quanto dichiarato recentemente a Le Nouvel Observateur da una tra le più premiate chef francesi, Anne-Sophie Pic:“Le donne sono ancora in minoranza, ma non sono assenti. Ci sono professioniste nelle cucine che vedremo presto brillare…. Una differenza rispetto al passato è che, se prima erano perlopiù autodidatte, adesso seguono lo stesso curriculum degli uomini. Ciò darà loro più visibilità. Siamo però in una società dov’è ancora complicato intraprendere una carriera nella gastronomia. È necessario essere supportati, non sempre è semplice assicurare due servizi”
 
Carme Ruscalleda è la nota Chef del ristorante Sant Pau a Sant Pol de Mar, vicino Barcellona. Gestisce anche il ristorante Sant Pau de Tòquio in Giappone. Secondo lei “tutti gli imprenditori cercano soluzioni per migliorare la qualità della vita del proprio staff. A Sant Pau dal 2016 abbiamo solo 8 servizi a settimana” con il risultato di più giorni liberi.  

 
The Fork - Festa della donna
 
TheFork – sito e app per Android e iOS leader nella prenotazione online dei ristoranti
 
Leggi anche l’articolo per la Festa della Donna della Chef Antonia Klugmann
 

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Masterchef Italia: stasera il gran finale tra Kateryna, Simone e Alberto

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Sono partiti in migliaia, i migliori cuochi amatoriali d’Italia, e solo 20 di loro hanno conquistato l’ambito grembiule bianco ed hanno dato il via alla vera sfida. Hanno perseguito il loro obiettivo con determinazione e tenacia, ma il sogno della sfida finale si è realizzato soltanto per 3 di loro: Kateryna, Simone e Alberto sono i 3 finalisti di Masterchef Italia 7 e li vedremo battersi fino all’ultimo piatto. Quando? La Finale della settima stagione di Masterchef Italia vi aspetta stasera alle 21.15 su Sky Uno HD e in streaming sulla piattaforma NOW TV!
 
Paura e ansia hanno caratterizzato l’inizio del percorso di Kateryna nella cucina di Masterchef Italia! Anche se a tratti ha avuto dei cedimenti, non è mai crollata fino in fino e il suo amore per la cucina l’ha portata alla conquista della casacca della finale di Masterchef Italia 7. Non avrebbe mai creduto di arrivare fino in fondo, eppure il nostro marchigiano Simone ce l’ha fatta: è uscito dal guscio, sfida dopo sfida, e farà di tutto per essere il migliore di tutti! La sicurezza ha caratterizzato sin dall’inizio il percorso di Alberto, apparentemente duro e senza sentimenti, non ha nascosto la sua commozione! Forte, convinto e preparato, farà di tutto per conquistare il titolo di settimo MasterChef d’Italia!
 
Kateryna, Simone e Alberto sono i migliori aspiranti Masterchef, ma solo uno di loro vincerà centomila euro in gettoni d’oro, pubblicherà il suo primo libro di ricette e diventerà il settimo Masterchef d’Italia. Il conto alla rovescia sta per finire!
 

I FINALISTI

Kateryna
23 anni, disoccupata di Salerno
“Non si sa mai quale sia l’esito di un’altra storia della tua vita, ma, finché dura, apprezza ogni momento e ogni secondo!”
 
Simone
20 anni, studente scienze dell’alimentazione di Montecosaro (MC)
“La cucina è arte perché trasforma il primordiale bisogno di nutrirsi in piacere per il corpo e per l’anima!”
 
Alberto
23 anni, micologo di Tortona (AL)
“Nella vita ci vuole stile, in cucina anche di più!”
 
Fonte: Sky.it
 

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Il film The Great Italian sulla vita di Gualtiero Marchesi arriva al cinema

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Gualtiero Marchesi film
Il 20 e 21 marzo nei cinema in scena il film per celebrare lo chef Gualtierio Marchesi, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 88esimo compleanno.
 
Gualtiero Marchesi – The Great Italian”, il titolo del documentario sulla vita del celebre cuoco. Realizzato dal regista Maurizio Gigola grazie a una produzione anglo-italiana firmata Food & Media International in collaborazione con la Fondazione Gualtiero Marchesi e presentato in anteprima all’ultima edizione del Festival del cinema di Cannes, il film ripercorre la vita e il pensiero dell’uomo che ha rivoluzionato la cucina italiana, portandola ai vertici della gastronomia internazionale.
 
Gualtiero Marchesi filmUna vita che parte da lontano, dagli anni ’30, quelli dell’Albergo Mercato di Milano gestito dalla sua famiglia e delle fughe a San Zenone, suo luogo di origine, e poi gli anni in giro per il mondo, in particolare in Francia, nel periodo del suo apprendistato.
 
Infine, il ritorno a Milano negli anni ’70 e la nascita del suo leggendario ristorante, in via Bonvesin de la Riva, il primo nel nostro Paese ad ottenere nel 1985, le tre stelle Michelin.
 
Il film si affida alla sua viva voce (il film è stato ultimato meno di sei mesi fa), così come alle testimonianze degli chef che il Maestro ha incrociato sulla sua strada: i grandi cuochi francesi, Pierre e Michel Troisgros, Alain Ducasse, Marc Haeberlin e Yannick Alleno, ma anche gli chef italiani della nuova generazione, cresciuti sotto la sua ala o da lui influenzati: Andrea Berton, Massimo Bottura, Simone Cantafio, Daniel Canzian, Carlo Cracco, Enrico Crippa, Alfio Ghezzi, Ernst Knam, Pietro Leeman, Paolo Lopriore, Davide Oldani, senza dimenticare personaggi storici del mondo della ristorazione italiana, da Giorgio Pinchiorri ad Arrigo Cipriani a Carlo Petrini ed Eugenio Medagliani.
 
Ma la pellicola, con una colonna sonora originale composta per l’occasione dal violoncellista Giovanni Sollima , è un viaggio evocativo ed emozionante tra le città care al Maestro, tra le materie prime della sua cucina e, ovviamente, tra i piatti che ne hanno decretato la grandezza, come il celebre riso, oro e zafferano o il dripping di pesce, solo per citare i più famosi.
 
 

 
Leggi anche “L’eredità di Gualtiero Marchesi, dai consigli ai premi per i giovani
 
 
Fonte: il giorno

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Molino Iaquone incontra gli operatori del settore a Sigep 2018

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Molino Iaquone Sigep 2018
Tradizione e autenticità sono le basi del successo di Molino Iaquone che ha riconfermato la sua leadership nel settore delle farine e miscele genuine a Sigep,la fiera per eccellenza dedicata agli operatori professionali di tutto il mondo nei settori della pasticceria, della gelateria e della panificazione artigianali e del caffè.
 
Molino Iaquone Sigep 2018Con un bilancio molto positivo e un elevato numero di visitatori, addirittura superiore alle precedenti edizioni, il Molino di Vicalvi ha illustrato agli operatori del settore i vantaggi dell’utilizzo di materie prime selezionate e certificate per la preparazione di pizza, pane e lievitati, pasta fresca e pasticceria.
 
Grazie al numeroso personale presente in fiera composto dal Presidente API Angelo Iezzi, dai pizzaioli professionisti e istruttori API, cuochi e camerieri, senza dimenticare lo staff commerciale-tecnico molto qualificato, i numerosi visitatori professionali sono stati accolti in un’atmosfera piacevole e allo stesso tempo hanno ricevuto importanti informazioni nei momenti dedicati alla formazione sulle farine, sulle tecniche di panificazione e soprattutto sui processi biochimici naturali che trasformano la farina in pizza ad alta digeribilità e dal gusto inconfondibile.

LE FARINE MACINA D-ALTRI TEMPI

TRADIZIONE E AUTENTICITA’
 
Molino Iaquone Sigep 2018
 
Tutto questo grazie anche al continuo investimento di Molino Iaquone nel progetto di ricerca e sviluppo PIQUDi (Pizza Italiana alta Qualità e Digeribilità) che punta alla creazione di impasti ad alta digeribilità e ad un valore nutrizionale migliore secondo selezionale materie prime e tecniche di panificazione. Una serie di degustazioni di alto livello tenute da Angelo Iezzi hanno accompagnato questi momenti di formazione:
 

  • pizza in teglia, anche in versione integrale;
  • pizza tonda, anche con farina “2” semi-integrale e farina di canapa;
  • pizza in pala, in diverse varietà tra cui la farina “2” semi-integrale;
  • la famosa pinsa, anche con farina integrale.

 
Molino Iaquone che ha ricevuto importati visite dall’estero con buyer internazionali e operatori stranieri, ma anche professionisti nostrani come Paolo Parisi che ha apprezzato molto le degustazioni.
 
Molino Iaquone Sigep 2018
 
Molino Iaquone Sigep 2018
 
Leggi anche “Molino Iaquone continua a fare il pieno di eventi in tutto il mondo

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Bocuse D’Or a Torino: ecco i 20 team Nazionali della finale Europea

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Bocuse D'Or 2018 di Torino
Per la prima volta nella storia delle “Olimpiadi della Gastronomia”, l’evento itinerante Bocuse d’Or Europe si svolgerà in Sud Europa. Dopo Norvegia, Svizzera, Belgio, Svezia e Ungheria, è la volta dell’Italia – e in particolare del Piemonte – ospitare la selezione continentale del più prestigioso concorso gastronomico mondiale: il Bocuse d’Or.
 
L’11 e il 12 giugno, in occasione del Gourmet Expoforum, l’Oval Lingotto di Torino ospiterà l’eccellenza della gastronomia globale. Il 10 giugno, l’Oval accoglierà anche la selezione europea della Coupe du Monde de la Pâtisserie. Torino e il Piemonte, celebri per i vini ed il tartufo bianco, terra di un sofisticato patrimonio culinario, sono infatti il luogo ideale per accogliere i migliori chef europei. Per i talentuosi concorrenti impegnati in una fantastica avventura, l’evento è l’ultimo passo prima di andare a Lione, in Francia, per la Finale che si svolgerà nel gennaio 2019, durante il Sirha, il salone mondiale del business della ristorazione e dell’industria alberghiera.
 
20 candidati verso la gloria
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
La selezione continentale più attesa del Bocuse d’Or avverrà dopo le selezioni continentali delle Americhe in Messico e Asia-Pacifico a Guangzhou.  20 candidati europei daranno il loro meglio per convincere la giuria, e le dieci migliori squadre accederanno alla finale a Lione nel 2019.  L’ordine di passaggio è stato appena deciso ufficialmente dal sorteggio, ed è il seguente:
 
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
 
Riflettori puntati sui prodotti della gastronomia piemontese
 
I candidati avranno due prove per dimostrare le loro abilità: il primo test consiste nella preparazione di 14 piatti individuali; nella seconda, la realizzazione di una portata, ciascun candidato preparerà e imposterà la propria ricetta su un grande vassoio d’argento. Al termine di ciascuna prova, la giuria procederà alle sessioni di degustazione.
 
Per aumentare il livello della sfida ed equilibrarla, i concorrenti dovranno utilizzare nei piatti gli stessi prodotti per entrambi i test. Poiché il Bocuse d’Or Europa è orgoglioso di valorizzare  il paese e la regione in cui si svolge, i prodotti della gara saranno originari e tipici del Piemonte. Mentre i prodotti per la prova del piatto rimangono segreti per ora, i prodotti per la seconda prova, la pietanza, sono stati rivelati:
 
Filetto di manzo di Fassone  Piemontese

Baraggia biellese e riso vercellese di Sant’Andrea
Animelle di vitello
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
A partire da ora, i concorrenti possono iniziare la loro formazione con questi prodotti forniti dai Consorzi Aspro Carne e Riso di Barragia, con il supporto del fornitore ufficiale Metro.
 
Oltre a celebrare questi famosi prodotti piemontesi, ogni candidato dovrà fare la differenza aggiungendo nei suoi piatti il tocco personale e la tradizione regionale del proprio paese di origine.
 
L’edizione 2018 del concorso sarà sicuramente attraversata dall’emozione e dal ricordo, poiché ogni squadra e tutti i membri della giuria avranno a cuore più che mai l’eccellenza e la creatività, in onore dello Chef del Secolo e fondatore del concorso, Paul Bocuse.
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino

Il 10 giugno sempre Torino accoglierà la European Pastry Cup, la selezione europea della gloriosa competizione della pasticceria mondiale fondata a Lione nel 1989 dal grande maestro pasticciere Gabriel Paillasson.
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
Bocuse d’Or
Nel gennaio 1987, Paul Bocuse creò il Bocuse d’Or, un concorso di gastronomia rivoluzionario. Come per le competizioni dello sport, Bocuse immaginava un grande show di cucina e di cuochi.
L’idea: mettere insieme 24 giovani chef da tutto il mondo, tra i maggiori talenti della generazione, e farli cucinare dal vivo davanti a un pubblico di appassionati superbi piatti in 5 ore e 35 minuti, per poi sottoporli al giudizio di una grande giuria, composta dai più illustri chef del pianeta.
Oltre a una grande competizione enogastronomica, il Bocuse d’Or è uno show che conquista una straordinaria attenzione mediatica. Tanti cuochi e chef di talento si sono creati una grande reputazione partecipando alla gara.
La prossima finale del Bocuse d’Or è in programma a Lione il 29 e 30 gennaio 2019, nel contesto del Sirha, il salone mondiale del business della ristorazione e dell’industria alberghiera.
 
Tutte le notizie sul Bocuse d’Or: www.bocusedor.com
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
Bocuse D'Or 2018 di Torino
 
Leggi anche l’articolo sulla fiera Cibus 2018!

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Massimo Bottura per i più bisognosi: apre il refettorio anche a Parigi

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Massimo Bottura apre a Parigi il nuovo refettorio per i poveri
 
Lo chef modenese, tre stelle Michelin Massimo Bottura, nonché migliore chef del mondo nella classifica Best Restaurant 2016, dopo Milano, Londra e Rio de Janeiro, inaugura oggi una mensa per i poveri di Parigi, in uno dei luoghi più suggestivi della capitale francese: la chiesa della Madeleine.
 
Nei sotterranei della chiesa era già presente da molteplici anni Le Foyer, una mensa diurna che serviva e serve ancora pasti a 9 euro, o a un simbolico euro per le persone con necessità.
 
Massimo Bottura con la moglie Lara Gilmore nel 2016 fondarono l’associazione no profit “Food for Soul” il cui scopo era quello di ridefinire il ruolo e l’importanza delle mense per i poveri. Oggi 15 marzo 2018 ampliano questo progetto aprendo la mensa Le Foyer anche in orario serale, per poter dare più accoglienza a chi ha bisogno di un pasto caldo.
 
“Lavoreremo con una cucina professionale in collegamento diretto con il Banco Alimentare e i supermercati della città”, continua Lara Gilmore, “il progetto è stato sviluppato grazie al supporto dell’artista JR e di Jean-François Rial dell’agenzia Voyageurs du Monde”.
 
Massimo Bottura apre a Parigi il nuovo refettorio per i poveri
 
Finora ad ora Food For Soul ha:
• recuperato in tutto 95 tonnellate di cibo
• confezionando oltre 157 mila portate preparate da 245 chef
• gli chef hanno cucinato oltre 52 mila pasti ai bisognosi del mondo

I refettori attivi sono quelli nelle città di Milano, di Gastromotiva a Lapa, quartiere di Rio de Janeiro, e il Refettorio Felix a Londra.
 

Grandi chef che mettono l altro arte e la loro sapienza al servizio dei meno fortunati per donare loro un po’ più di dignità, un segnale contro il gravoso spreco alimentare, ecco il mood dei vari refettori sparsi nel mondo.
 
Bottura ha già invitato gli chef stellati di Parigi a fare la loro parte cucinando per i bisognosi gratuitamente, come ogni persona coinvolta nel progetto, finanziato da fondi privati, per la maggior parte aziende.
 
Dare supporto all’Associazione? Si può! Uno dei modi è acquistando il libro “Il pane è oro”, pubblicato da Phaidon, dove Massimo Bottura raccoglie le ricette di alcuni tra i più grandi chef al mondo che hanno cucinato nei diversi refettori.
 
Leggi anche “World’s best restaurants: al primo posto Massimo Bottura”
 
Massimo Bottura apre a Parigi il nuovo refettorio per i poveri
Credit photo2: www.eater.com – Credit Photo3: Il Sole24Ore

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Pizza Senza Frontiere: a Vicenza vince Dario Nardin con la pizza “Delizia”

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Il Campionato Europeo Pizza Senza Frontiere ha fatto tappa a Vicenza presso Euroservice Catering, i pizzaioli professionisti presenti si sono sfidati per aggiudicarsi la vittoria, ma anche la possibilità di partecipare alla finale a Londra.
 

 
Dopo una lunga e attenta degustazione della giuria composta da Calabresi Fiorella Michela, chef e pizzaiola presso la trattoria con pizzeria “Alla Gradea” di Caldagno (Vi), Iuri Giacomel, istruttore pizzaiolo, pizzaiolo e titolare della “Pizzeria da Iuri” a Portogruaro (Ve), Francesca Novello, sommelier e responsabile evento alla tenuta “San Martino” Legnago (Vr), Diplomata Master Alma-Ais in comunicazione e marketing del vino, e il Giudice al forno Piergiacomo Baccaglini titolare di “Cuor di Pizza” a Monticello Conte Otto (Vi) e istruttore pizzaiolo, il primo classificato è risultato Dario Nardin della pizzeria Aurora a Tribano in provincia di Padova che ha deliziato il palato dei giurati con una pizza che onora il frutto della stagione: il carciofo. La sua delizia, sia di nome che di fatto, era farcita con mozzarella, crema di carciofi, carciofi, scaglie di guanciale affumicato croccante e fonduta di grana padano.
La classifica vede poi al secondo posto Davide Costabile, al terzo posto Valentin Vasilev, al quarto posto Massimo Caniglia e al quinto posto Daniela Filippi.
 

 

 
A novembre i primi 5 classificati di ogni tappa porteranno il loro cavallo di battaglia nella capitale londinese presso la fiera Pizza&Pasta Show, della quale Ristorazione Italiana Magazine è media partner, per aggiudicarsi il titolo di Campione Europeo di Pizza Classica.
 
L’appuntamento è ora fissato per la tappa di Cagliari.
Partecipa anche tu!
 
Ma ecco i partecipanti a questa tappa di Pizza Senza Frontiere a Vicenza!
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaManuel Baraldo
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaRoberto Civiello
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaValentin Vasilev
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaBruno D’Aria
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaMassimo Tufo
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaMassimo Caniglia
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaSimone Pizzo
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaDaniela Filippi
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaArmando Scalella
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaCatello Buononato
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaDario Nardin
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaClara Micheli
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaDavide Costabile
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaAntonino Bucolo
 
Pizza Senza Frontiere 2018 Tappa VicenzaFrancesco Alvaro
 

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